di analizzare il brevetto realizzato da R.A.Russo, cittadino statunitense, nel 1956. In particolare, la sua, era una macchina innovativa realizzata per l'ambito caseario, più precisamente una macchina per tagliare la mozzarella con più agevolezza e vendere il prodotto con più facilità. Essa consisteva in una base sulla quale veniva poggiato il recipiente contenente il formaggio già lavorato e in una serie di lunghe lame incrociate che permettevano dei tagli precisi e simmetrici. Precedentemente l'unica macchina che permetteva di tagliare il formaggio in modo simile (ma più lento) era quella progettata da L. M. Seely nel lontano 1948.
Essa consisteva in un piano d'appoggio sul quale era fissata lateralmente una lama capace di muoversi in verticale. Bastava imprimere una forte pressione per far abbassare la lama e tagliare il blocco di formaggio. E' notevole pensare come questi due inventori si siano cimentati nella realizzazione di queste macchine nonostante il clima teso degli anni 45/60 in America.
Infatti, nonostante il notevole sviluppo dell'economia statunitense in quegli anni, la Guerra Fredda tra Stati Uniti e Russia portò ad una tensione interna di non poca importanza. Tensioni che venivano bilanciate dalle nuove comodità che gli americani si videro spuntare in casa. In questo periodo in realtà si puntava più alla efficienza piuttosto che alla bellezza. Nel frattempo in ambito narrativo si vide la nascita di un nuovo gruppo di scrittori, chiamato "beat generation", il quale ebbe l'intenzione di mostrare un movimento di rivolta verso i modelli conservatori delle "vecchie" generazioni.

Oggigiorno, vediamo in televisione immagini o video pubblicitari di grandi aziende italiane (come l'azienda Latte Sole, la Galbani e la Grana Padano) che sponsorizzano la prelibata mozzarella (o formaggio che dir si voglia) italiana. In america invece, numerose aziende cercano di "ricreare" l'autentico sapore della mozzarella prodotta ogni giorno in Italia.
In tal senso si allega il link di un articolo della New York Times riguardo la "Buffalo Mozzarella".